di Angelo Grimaldi
VINCENZO FARDELLA MARCHESE DI TORREARSA
Nel primo parlamento italiano, inaugurato con il discorso della Corona il 18 febbraio 1861, la Sicilia era rappresentata da alcuni dei suoi più autorevoli personaggi chiamati dal re a far parte del Senato del Regno o eletti nei collegi a far parte della Camera dei deputati. Fra i senatori ricordiamo il prof. Michele Amari, il conte Michele Amari di Sant’Adriano, il marchese Benedetto Paternò Castello di San Giuliano, il marchese Letterio De Gregorio, il barone Guglielmo Della Bruca, il principe Nicolao Galletti di San Cataldo di Fiume Salato, ecc., mentre fra i deputati Agostino Bertani, Pasquale Calvi, Salvatore Calvino, Filippo Cordova, Francesco Crispi, il barone Vito D’Ondes Reggio, il marchese Vincenzo Fardella di Torrearsa, Giuseppe La Farina, il toscano Antonio Mordini (ex pro-dittatore in Sicilia).
La Provincia di Trapani era rappresentata dal marchese Vincenzo Fardella di Torrearsa (Trapani), dal sacerdote prof. Gregorio Ugdulena (Marsala), dal medico Simone Corleo (Calatafimi), dall’avvocato Francesco Crispi (Castelvetrano), mentre il trapanese Salvatore Calvino rappresentava il collegio di Monreale (Palermo).
Vincenzo Fardella di Torrearsa, nato a Trapani il 16 luglio 1808, rappresenta una figura di primo piano della rivoluzione siciliana. Nei moti rivoluzionari di Palermo, iniziati il 12 gennaio 1848, fu membro del comitato provvisorio e, successivamente, ebbe l’incarico di presiedere la sezione Finanze del Comitato Generale. Il 24 febbraio 1848 fu uno tra gli 84 membri del Comitato Generale di Palermo a firmare l’Atto di convocazione del General Parlamento di Sicilia (tra gli altri ricordiamo Ruggero Settimo, Mariano Stabile, Pasquale Calvi, il conte Giovanni Aceto, Francesco Crispi, Rosolino Pilo, Giuseppe La Masa, Francesco Ferrara, Vito Beltrani, Gabriello Carnazza, Emerico Amari, Giovanni Interdonato, Giacinto Carini, Rosario Bagnasco, Salvatore Castiglia, ecc.).
Dopo le elezioni, il parlamento si riunì a Palermo il 25 marzo 1848 nella Chiesa di San Domenico. Vincenzo Fardella fu eletto presidente della Camera dei Comuni (150 membri), mentre la presidenza della Camera dei Pari (185 membri) fu affidata a Domenico Lo Faso Pietrasanta, Duca di Serradifalco. Fu Vincenzo Fardella, quale presidente della Camera dei Comuni, nella seduta del 13 aprile 1848, a leggere la dichiarazione “Ferdinando e la sua dinastia sono decaduti dal Trono”, poco dopo modificata (grandissima acclamazione ricevuta) in “Ferdinando Borbone e la sua dinastia sono per sempre decaduti dal trono di Sicilia”.
Dopo la restaurazione, Vincenzo Fardella si recò in esilio a Genova, Torino e Nizza. Giuseppe Garibaldi, dopo lo sbarco dei Mille a Marsala, con decreto del 17 maggio 1860, nominò Francesco Crispi Segretario di Stato della Dittatura Garibaldina con il compito di formare una nuova compagine statale da sostituire al regime borbonico. Il 17 giugno 1860 Vincenzo Fardella venne nominato Segretario di Stato con l’incarico di Presidente del Consiglio dei Segretari di Stato in caso di assenza del Dittatore1.
Nel febbraio 1861 fu eletto deputato nel primo parlamento italiano, dove ebbe l’incarico di vice presidente della Camera dal febbraio al novembre 1861 e di vice presidente della Commissione generale del bilancio dall’11 aprile 1861 al 27 gennaio 1862. Il 31 maggio 1861 fu nominato da Cavour ambasciatore del Regno d’Italia in Svezia, Norvegia e Danimarca. Il 17 novembre 1861 ricevette la nomina di Prefetto di Firenze dal presidente del Consiglio dei Ministri Bettino Ricasoli. Fu il primo Prefetto di Firenze del Regno d’Italia, e vi resterà fino al 7 settembre 18642.
Nel gennaio 1862 si era dimesso da deputato avendo ottenuto pochi mesi prima l’incarico di prefetto; in realtà aveva ricevuto il 20 novembre 1861 la nomina di senatore convalidata l’anno successivo. Dal novembre 1865 al febbraio 1867 fu vicepresidente del Senato, mentre dopo la presa di Roma nel 1870, fu eletto primo presidente del Senato nella sede di Palazzo Madama e mantenne tale incarico fino al 1874, anno in cui pose fine alla sua carriera politica.
Trascorse gli ultimi anni tra Trapani e Palermo, impegnandosi negli studi storici ed economici, che si concretizzarono nella stesura dei “Ricordi sulla rivoluzione siciliana degli anni 1848-1849”3. Dopo la sua morte, avvenuta a Palermo il 12 gennaio 1889, con queste parole la Camera dei deputati nella seduta del 30 gennaio 1889 commemorava Vincenzo Fardella:
“Il marchese Vincenzo Fardella di Torrearsa era caro all’ Italia ch’egli aveva lungamente servita e costantemente amata, era carissimo alla sua Sicilia alla di cui indipendenza avea consacrato la sua vita per la quale avea sofferto persecuzioni e lungo esilio. Avea precorso co’ suoi studi liberali il movimento nazionale del 1848, nel quale egli ebbe tanta parte; eletto a rappresentare la nativa sua città di Trapani alla Camera Siciliana, ne ottenne, in breve, la presidenza; fu quindi chiamato al Governo dall’illustre e venerato Ruggero Settimo, e resse il Ministero degli affari esteri. Esule in Piemonte ed in altri paesi, sostenne con fiera dignità l’amarezza del distacco dalla sua nativa contrada. La rivide, con gioja, nel 1860, libera ed esultante e cooperò, con febbrile ardore, all’ unità della Patria. Eletto deputato al Parlamento italiano, ancora serbiamo di lui grato e riverente ricordo. Chiamato in Senato dalla Sovrana fiducia e nominato presidente dell’alto consesso, è ognora lodata l’imparzialità e la saggezza di cui diede prova nel disimpegno dell’elevato suo ufficio. Il marchese di Torrearsa avea tanta nobiltà di cuore quanta ne vantava per nascita; le sue virtù uguagliavano il suo patriottismo”4.
1 Angelo Grimaldi, Il Primo Governo di Garibaldi in Sicilia, Firenze, “Camicia Rossa”, n. 1 del 2017;
2 Antonio Chiavistelli, Prefetti a Firenze. Note per una storia del prefetto, in www.storiadifirenze.org (Università degli Studi di Firenze); Ministero dell’Interno, Prefettura di Firenze, I prefetti di Firenze dal 1861 ad oggi;
3 Vincenzo Fardella di Torrearsa, Ricordi su la rivoluzione siciliana degli anni 1848 e 1849, Palermo, Sellerio Editore, 1988
4 Camera dei Deputati, Atti Parlamentari, Tornata di mercoledì 30 gennaio 1889